“Sono nata e cresciuta in Venezuela, da una famiglia di origine italiana.
Da piccola sognavo di conoscere la terra di nonno, così ho intrapreso un viaggio di solo andata verso l’Italia, alla ricerca di quelle radici, come logica conseguenza di un percorso già scritto.
Un’esigenza sempre più specifica e profonda di analisi di me e di ciò che mi circonda mi ha fatto avvicinare al mondo della moda. Il mio spirito imprenditoriale insieme ad una mentalità aperta, a cavallo tra due culture molto diverse ma intimamente legate, mi hanno portato ad interrogarmi sul modo in cui l’industria dell’abbigliamento influisce nel nostro modo di vivere, condizionando le nostre scelte spesso penalizzanti per l’ambiente.
Nasce così l’idea di progettare uno spazio dove moda, arte e cultura eco-sostenibile convergono, seguendo il principio dell’ upcycling, attivando una ricerca in ambito tessile di fibre naturali attraverso la creazione di connessioni, sinergie e collaborazioni sul territorio senese e toscano.
Amalur è prima di tutto una sfida e una storia; la storia non è la mia, è quella di tutte le persone che lavorano con tenacia a valorizzare i propri talenti. Amalur è il filo che collega queste passioni, la mia è quella di vedere il bello e volerlo valorizzare. Il mio nome è Angiluz e forse non è un caso, Amalur e Angiluz non sono la stessa cosa, ma non esisterebbero l’una senza l’altra.”